Il concerto che si è svolto presso il teatro Asioli di Correggio ha visto Avishai Cohen esibirsi con il trio con cui è stato inciso “From Darkness”; il batterista Daniel Dor e il pianista Nitai Hershkovits sono i due musicisti che hanno accompagnato Avishai Cohen in questo meraviglioso viaggio musicale, per quello che è stato, indubbiamente, uno dei concerti più belli della mia vita. Il teatro Asioli è gremito di persone, in trepida attesa che l’evento tanto atteso abbia inizio; le luci si spengono e, sul palco, sopraggiungono i tre musicisti; Avishai Cohen si erge imponente al centro della scena, mentre Daniel Dor e Nitai Hershkovits sono poco distanti da lui, ai due lati del palco. La magia ha inizio.
Beyond, brano tratto da “From Darkness”, apre il concerto. Emerge immediatamente il feeling e l’intesa che regnano fra i tre musicisti; il brano è ritmato, acceso, brillante, ricco di assoli prolungati e di parti molto virtuose.
Nel brano successivo, una nuova composizione, le atmosfere si placano dolcemente, e la delicata introduzione del pianoforte solitario finisce per arrivare diritta ai nostri cuori; lentamente anche gli altri musicisti si inseriscono nella performance, ma con un atteggiamento sempre molto discreto; Avishai Cohen appare ricurvo sul suo contrabbasso, mentre si esibisce, totalmente immerso e coinvolto nell’esibizione.
La parte centrale del concerto riserva le sorprese più piacevoli della serata. Samuel, tratta da “Continuo”, è di toccante bellezza; ogni musicista tenta sporadicamente di emergere, in qualche virtuoso assolo, in un’incessante alternanza di energia e di quiete, in cui le acque si placano e negli istanti immediatamente successivi riprendono forza.
Le virtuose improvvisazioni del pianista Nitai Hershkovits sembrano interminabili, inarrestabili; solo Avishai Cohen tenta di ripristinare un certo ordine generale, imponendosi con il suo contrabbasso, mentre Daniel Dor si limita ad accompagnare dolcemente la performance degli altri due musicisti, in modo assolutamente non invadente. Helelyah è un brano molto delicato, in cui Avishai Cohen ci delizia con numerosi assoli, mentre anche gli altri due musicisti mantengono un atteggiamento preferibilmente rilassato; il brano è un vero splendore, e ci trasporta verso la successiva Amethyst, altra perla della serata.
In questo brano, che, come il precedente, fa parte di “From Darkness”, Daniel Dor, virtuoso e splendido come sempre, ed il maestoso Avishai Cohen duettano per alcuni minuti, che avrei voluto fossero interminabili, tanta è la bellezza scaturita da questa performance in duo; un duetto particolarmente virtuoso, in cui è proprio Daniel Dor ad emergere, con grande maestria e impressionante bravura.
Ballad for an Unborn e C#-, ancora tratte da “From Darkness”, sono due capolavori; Ballad for an Unborn vede il contrabbasso di Avishai Cohen come un assoluto protagonista, maggiormente in evidenza rispetto agli altri strumenti, mentre non riesco a trovare la parole più adatte per descrivere la bellezza di C#-, meravigliosa canzone in cui, invece, è il pianista Nitai Hershkovits ad emergere in modo significativo, in numerosi assoli.
Momenti di toccante e commovente bellezza, che risultano difficili a trascriversi a parole. Four Verses, tratta da “Duende”, è molto delicata, con molte improvvisazioni del contrabbasso, mentre la successivaLost Tribe, da “From Darkness”, è decisamente più accesa. Improvvisamente le luci del palco si concentrano su Avishai Cohen, lasciando tutto il resto avvolto dall’oscurità; nei minuti che seguono, Avishai Cohen ci regala un fantastico assolo di contrabbasso, per introdurre uno dei brani più emozionanti del concerto, ovvero Seven Seas, tratto dall’omonimo album.
Questo è uno dei pezzi forti della serata. Il brano è un crescendo di intensità, per poi esplodere, dopo interminabili minuti, in un finale letteralmente da brivido. Seven Seasappare come un vero e proprio epilogo della serata, un brano in cui i tre musicisti ci regalano le ultime splendide emozioni, prima di lasciare il palco.
Ci sono stati offerti ben tre bis, in cui Avishai Cohen presenta alcuni brani, anche cantati, che ci trasportano verso la fine della serata. In un scroscio interminabile di applausi, i tre musicisti abbandonano definitivamente il palco, lasciando, nei cuori dei presenti, un indelebile ricordo di una serata indimenticabile.
Written by Alex Jazz